
di Davide Amerio.
La Compagnia “Il teatro” di Bussoleno, diretta da Marco Scoffone, mette a segno un’ altra ottima rappresentazione teatrale. “L’amore delle tre melarance“, in replica Sabato 21 aprile ore 21,00 e Domenica 22 aprile ore 16,00, è l’ultima fatica di una compagnia che non delude.
Dopo il Don Quijiote di M. de Cervante, Scoffone mette in scena un canovaccio di Carlo Gozzi, del 1761. Un bell’impegno, spiega il regista, in quanto il testo originale contiene la sceneggiatura, ma non i dialoghi, che sono stati scritti per questa rappresentazione.
Ci sono le maschere del teatro tradizionale con Brighella, Pantalone, Truffaldino (rispettivamente G. Casetta, Luigi Pognant, e Federica Martoglio) . C’è il Re di Coppe (M. Chianello), che ha un figlio infelice, malato di malinconia (S. Mameli).
Ci sono il mago (F. Carcano già protagonista del Don Quijote), e la maghe Morgana e Creonta (B. Rivignizzo e G. Crucco). Il subdolo servitore del Re è Leandro (M. Pisu) e Clarice, la dama di spade (T. Cesaroni).
La storia rappresenta un gioco, una goliardia fantastica tra personaggi ora grotteschi, ora improbabili. Snocciola gli amori in diverse forme: quelli di un padre preoccupato per il figlio, quelli di un giovane desideroso di una promessa sposa, e quelli più oppotunisti. Racconta la vita: quella dove coesistono infedeltà e avidità di potere; tradimenti e amori principeschi.
I costumi e le scenografie di Tournour Viron, dipingono di colori le ilari identità dei personaggi. Si ride, spesso e volentieri. Si ascoltano parti recitate in versi, e la sensazione è quella di una compagnia che cresce e, ogni volta, esprime una nuova maturazione: della scena, della recitazione, e della regia.
Atto unico da godersi senza indugio, calandosi nella classica magia del teatro, dove fantasia, bravura, e divertimento, gratificano lo spettatore.