Dopo-Brexit: la confusione è grande, ma le opportunità che ne possono derivare potrebbero essere irripetibili

Brexit: quali sono le ragioni inconfessate dell'uscita dell'Inghilterra dall'Europa? Davvero sarà tutto così catastrofico?

di Claudio Giorno.

Dunque i londinesi (come gli scozzesi e gli irlandesi) hanno votato in massa per restare in Europa. Come i giovani – la generazione Ryan-air – come le persone di cultura medio-alta: “la mia colf”, scriveva solo ieri in un fondo un letterato londinese, “è immigrata ma detesta i suoi connazionali, teme che le portino via il lavoro, non la capisco”…

Dunque questa volta i vincitori sarebbero i brutti, sporchi e cattivi di un film sgradevole, ma rivelatore che Franco Brusati affidò a un Nino Manfredi capace di spingere la sua recitazione oltre l’autolesionismo: Pane e cioccolata…

Persino il blog di Beppe Grillo – in queste prime ore convulse tra crolli di banche e rifugio nell’oro viene preso a testimone della preoccupazione crescente che – dopo lo shock della notte – sta spingendo le edizioni on line dei quotidiani a iniettare nei “mercati” interiori che alloggiano nelle nostre pance, dosi massicce di prudenza…

E come non ricordare la posizione critica ma conservativa di un laburista finalmente di sinistra come Jeremy Corbyn, il “sacrificio tragico quanto involontario di una giovane deputata favorevole all’Unione e all’immigrazione uccisa da un folle fanatico in odore di neonazismo! Per non tacere – infine – la “riluttanza” epidermica verso gli unici politici che stanno brindando ininterrottamente da ieri sera: Nigel Farage, Marine Le Pen, Matteosalvini

Ma allora perché non riesco a soffocare il tarlo della soddisfazione che mi rosicchia gradevolmente l’anima da sta mattina quando – tiratomi su dal letto prima ancora di dirigermi in bagno per la pipì – ho lanciato televideo e ho letto l’esatto contrario di quanto mi aspettavo, visto che fin da ieri mattina, da Tokio a Wallstreet, le piazze degli affari scommettevano forte sulla vittoria del “Remain”…QUI come neglistatuniti

Forse (e per adesso è l’unica spiegazione che ho provato a dare a me stesso) perché QUI come negli Statuniti di Trump (…e Sanders!) sta andando in scena la rivolta del “cetomedio”. A chi sta sotto la soglia di povertà non hanno più nulla da prendere, ma la disuguale ed esponenziale crescita della ricchezza del bulimico “ceto dell’1%” si basa essenzialmente sull’esproprio del welfare (e sulla sua progressiva privatizzazione a ulteriore “loro” vantaggio) e a danno di coloro che un reddito (da stipendio o pensione) lo possiedono ancora. Una formicaio di individui che messi tutti assieme costituiscono un ricchissimo “parco buoi”.

Bruxelles è il luogo dove le lobby di questi “poteri forti” imperversano da decenni imponendo che le banche “normali” (meglio se piccole e “di territorio”)  falliscano (a vantaggio delle loro banche d’affari), che ci si indebiti per le Grandi Opere Inutili e Imposte ma non lo si possa assolutamente fare – ad esempio – per mantenere un elevato livello dei servizi sanitari nazionali; men che meno per rilanciare la scuola pubblica che ha avuto il torto di essere un ormai anacronistico  “ascensore sociale”; la Commissione EU è il luogo privilegiato delle grandi multi-utility nate dalla privatizzazione delle municipalizzate e dirette da “ex-politici” riconvertitisi manager sul modello degli oligarchi della ex-unionesovietica; una categoria divenuta potentissima anche grazie alla rete clientelare e corrotta che rappresenta. Il vero centro di potere dei partiti – con le fondazioni delle banche ex-pubbliche. Un “sistema” forte di una capacità di indebitamento garantita alle loro “imprese” non dalla liberalizzazione del mercato dell’energia, dell’acqua o dei rifiuti (che i “cartelli” mafiosi hanno vanificato), ma da tariffe approvate dai “governi–amici” che inglobano “sovrapprezzi” destinati al finanziamento di inceneritori, centrali, acquedotti (di valli o di città) la cui utilità è tutta da dimostrare; e che, anzi, di solito si rivelano responsabili di dissesti finanziari a carico pubblico che emergono solo dopo anni di mala-gestione (vedasi Livorno).   Questo scenario (ovviamente assai più vasto e complesso) è percepito all’ingrosso, con errori anche macroscopici dalla “gggente“, che però ha capito sulla propria pelle che”oggi si sta meno bene di ieri ma meglio di domani” e che “la colpa” di tutto questo è dei politici e di chi se ne è fatto megafono al posto di “cane da guardia“. Per questo – per quel che conta la mia opinione” la confusione è grande sotto il cielo, ma le opportunità che ne possono derivare potrebbero essere irripetibili…  Perché se è comprensibile la preoccupazione dei politici ben riassunta dal tweet mattutino del presidente del senato iPietro Grasso –  “Grande dispiacere per il risultato #Brexit. Ora è il momento della coesione, l’UE dovrà reagire al momento difficile rafforzandosi”- ancor più convincente mi pare sia la risposta prontamente scritta dal senatore del movimento5stelle Marco Scibona: – “Al di là della propria opinione, non c’è mai da dispiacersi quando è il popolo a decidere”- … Quel popolo che di qui in avanti farà bene e guardarsi attentamente le spalle prima che le agenzie di rating – che già sentenziarono l’obsolescenza delle nostre Costituzioni colpevoli d’essere “anacronisticamente” antifasciste (e ottenendo immediato ascolto dal nostroPremierrenzi), potrebbero non esitare a  “suggerire”  l’abolizione del suffragio universale…

(C.G. 27.06.16)