Brasile: abusi e crudeltà

Il Brasile celebra la morte dell'eroina Mireille Franco; un omicidio politico. Il paese è schiacciato da una dittatura politica che usa la polizia come braccio armato.

di Manfredo Pavoni (dal Brasile).

L’  Esecuzione di Mireille Franco a Rio de Janeiro ha forse risvegliato il Brasile. Ieri notte dopo l’incontro  con l’ex presidente Lula, che ha inquadrato questo omicidio come una ulteriore tappa del golpe tecnico che ha eliminato politicamente la presidentessa Dilma Roussef, in ogni città del Brasile centinaia di persone soprattutto donne sono scese in piazza a gridare “Io sono Mereille le sue idee cammineranno con me. Mireille Presente!!”.
 

Le reazioni all’omicidio.

Tutta la sinistra, da quella riformista del PT (Partito do Trabalhoadores di Dilma Roussef Lula) fino ai partiti  più radicali come il PSOL (il partito di Marielle) e il PCdoB (partito comunista brasiliano) fino ai Movimenti popolari come SemTerra, Sem Techo, Frente Brasil Popular, è scesa in piazza e si è unita chiedendo giustizia per Marielle.
 
Come avevamo scritto il crudele omicidio intanto segna una ulteriore escalation della destra eversiva che non tollera un Brasile democratico e egualitario, e, come ha  confermato anche Amnesty, si tratta del primo assassinio di un politico dalla fine della dittatura nel 1980. L’attentato ha tutta l’aria di una  esecuzione mirata, da parte di chi si sentiva minacciato dal lavoro di Marielle, in  difesa dei Diritti Umani e del diritto alla vita della popolazione nera nelle favelas.
 
Vedo, dal mio osservatorio brasiliano, che la stampa europea ha dato enorme enfasi a questo attentato, purtroppo tuttavia la stessa enfasi non veniva data quando si consumava un impeachement grottesco contro la 1° presidentessa nella storia del Brasile, senza  che avesse commesso alcun crimine. Quella stessa stampa occidentale non aveva capito o forse non voleva capire che quel golpe apriva una voragine di ingiustizia e illegalità nella vita  democratica brasiliana.
 

Il Potere economico in Brasile.

Come ha  detto  la consigliera comunale del Psol di  San Paolo  Samia Bomfim, Marielle è stata uccisa dallo  Stato e dal Potere economico che non possono sopportare donne nere, della favela, entrare come rappresentanti del popolo, nei palazzi del potere.
 
In effetti per le modalità dell’esecuzione e per le munizioni e le armi utilizzate  molti iniziano a pensare a un attentato nato negli ambienti della polizia militare di Rio de Janeiro, che si sentiva minacciata dalle denunce della consigliera comunale della sinistra radicale.
 
Se posso avanzare un ipotesi, credo che tra qualche settimana verrà fuori che a Rio de Janeiro, e forse anche altrove,  parallelamente alla polizia militare, agiscono corpi clandestini o deviati, che, all’interno della polizia, fanno il lavoro sporco. Veri e propri squadroni della  morte contro la popolazione nera,  povera, e  contro chi si oppone democraticamente.
 
Del resto in molte parti del mondo la destra eversiva è sempre andata a braccetto con la forza militare e repressiva, e chiudendo ogni   spazio di lotta democratica. Ma come ha detto la  giovane  segretaria del partito comunista brasiliano,  Manuela  D’Avila, “dopo Marielle sorgeranno migliaia di Marielle e non potranno ucciderci tutte“.
 
(M.P. 16.03.18)