
di Leonardo Capella
Ieri mattina, 12 febbraio, appartenenti al movimento No Tav Brescia-Verona si sono ritrovati in mattinata per bloccare le trivelle. Sin dalle 7 gli attivisti bresciani e veronesi di “Soccorso No Tav” si sono radunati a Peschiera del Garda, sponda veronese del Benaco, dove sono arrivate operai e trivelle di Cepav Due, il contraente del Tav lungo il tratto tra Lombardia e Veneto.
Gli attivisti hanno bloccato le trivelle, sbucate nel bel mezzo dei filari dei vigneti del Lugana, che il progetto del Tav (costo: 4 miliardi di euro) vorrebbe spazzare via. Dopo l’arrivo di un dispiegamento esagerato di carabinieri (8 volanti) e funzionari della questura di Verona, che hanno palesato la minaccia di portarci via con la forza fin da subito, i No Tav presenti, vista il rapporto numerico inferiore, sono stati costretti all’identificazione e a lasciare il blocco per evitare ulteriori conseguenze fisiche e giuridiche ben più gravi.
Le attività dei No Tav sono in corso in località Broglie, a sud di Peschiera del Garda e dell’oasi del laghetto del Frassino, che sarebbe anch’esso duramente compromesso dall’Alta Velocità. Proprio da qui passerò la terza marcia organizzata dal movimento No Tav locale per sabato 14 febbraio che partirò dal campo sportivo di Peschiera del Garda alle ore 14.
L.C. 13.-02.15