Basilicata. I Comuni si muovo contro le trivelle

Sono già oltre trenta i Comuni firmatari di petizioni con cui chiedono al presidente della Regione di prendeere posizione. A Pisticci un presidio permanente. Prima che sia troppo tardi.

di Massimo Bonato

Dopo le manifestazioni di Potenza e di Matera delle settimane scorse, la preoccupazione per la salute e per l’ambiente si diffonde. Le trivellazioni petrolifere in Basilicata fanno paura, per i fumi, per i reflui, per le falde acquifere, per la deturpazione di mare e terreni.

Dal 20 novembre anche il Comune di Pisticci è sul piede di guerra. I cittadini hanno stabilito un presidio permanente nella centrale piazza Umberto I. Si riuniscono le associazioni per spiegare e sensibilizzare la cittadinanza.

Pisticci è il quarto paese più popolato della provincia di Matera, e riceve dalla raffineria di Viggiano – il Cova (Centro Olio Val d’Agri) – reflui che contengono Radon 226, un elemento radioattivo naturale che ad alti dosaggi può però determinare alterazioni del Dna degli esseri viventi.

Le associazioni di Pisticci chiedono un intervento politico, preoccupate dalla presenza di radioattività nei reflui, che, dichiarano, provochino miasmi al paese. Si teme che i reflui possano contaminare il terreno dello Scalo e lasciar penetrare nella catena alimentare la radioattività, con effetti devastanti, e per l’ambiente, e soprattutto per esseri umani e animali.

Pisticci firma ora una petizione che raccoglie già oltre trenta comuni lucani, perché Marcello Pittella, presidente della Regione Basilicata, assuma una netta posizione contro il decreto Sblocca Italia, che accentra le competenze in materia di energia e predispone procedure accelerate e semplificate. Tradotto significa per i lucani la possibilità di vedere vertiginosamente aumentare sul proprio territorio il numero di pozzi e raffinerie in poco tempo.

M-B. 23.11.15