
Foto: il compagno Greganti
di Fabrizio Salmoni
Solo un paio di settimane fa aveva partecipato, festeggiatissimo, alla presentazione della lista Chiamparino al Teatro Carignano. C’erano tutti i maggiorenti del Partito naturalmente, l’apparato al completo, i nominati nelle partecipate, i parlamentari piemontesi, un pubblico di anziani fans. Aveva fatto notizia il compagno Greganti, tipica figura di faccendiere, proveniente da quei quadri di fabbrica del Pci riciclati dalla trasformazione del Partito storico in sistema di potere. Si era fatto la fama di duro per aver resistito a Di Pietro e a tre anni di carcere “senza parlare” e il Partito aveva tirato un sospiro di sollievo. La sua nuova vita ricalcava la prima, non la politica istituzionale, quella è da rammolliti: i veri uomini si occupano di fare soldi e quelli con accrediti come il suo sono i benvenuti nel mondo del business agganciato alla politica, cioè quello che fa andare avanti i partiti. Cosi, il Greganti lo ritroviamo tra gli arrestati odierni dell’Expo 2015, una delle Grandi Opere volute fortissimamente da sinistra e da destra per rimpinguare le casse a rischio default. Il suo referente erano le Coop rosse (l’avreste dubitato?). Al Carignano si era incontrato con un altro ex trafficone, Giancarlo Quagliotti indagato – e poi condannato – nella stessa inchiesta sullo scandalo dei “semafori intelligenti” che vedeva coinvolto anche Mario Virano, e con i potenti staffisti di Fassino, vecchie glorie di Tangentopoli: Giusi La Ganga e Salvatore Gallo, tutti ad acclamare Chiamparino con la speranza di poter contare su tante nuove Grandi Opere. Devono pur mangiare anche loro. Oggi apprendiamo che il Greganti è stato arrestato per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione insieme all’ex democristiano Frigerio e al pdl Luigi Grillo. Insieme e appassionatamente trafficavano sugli appalti di ospedali e Expo 2015, già colpita da altre recenti inchieste giudiziarie. Insieme, a detta dei magistrati milanesi, formavano una “cupola” con “appoggi traversali” per l’affidamento degli appalti alle imprese dele rispettive aree politiche. Siamo naturalmente ansiosi di conoscere nel dettaglio i rapporti che Greganti manteneva col partito che tanto lo teneva in considerazione e lo festeggiava ma, nei giorni in cui viene diffuso il dossier sul pm Antonio Rinaudo in cui si raccontano le frequentazioni del magistrato con politici coinvolti nelle inchieste sugli appalti Tav a Venaus
Foto: Antonino Princiotta
(tra cui i fascistissimi Galasso e buonanima Martinat) viene legittimo pensare in quale verminaio di malaffare, come da tempo denunciano i valsusini, si rivoltino gli appalti del Tav e di tutte le Grandi Opere. Le buone notizie non finiscono qui: oggi si fa festa anche per l’arresto dell’ex ministro pdl Claudio “A-sua-insaputa” Scajola accusato di favoreggiamento per aver in qualche modo protetto la latitanza del suo sodale di (ex) partito, tal Amedeo Matacena ricercato per mafia. Lo avrebbe aiutato a scappare in Libano, casualmente come Dell’Utri. Diventa ora comprensibile l’insistenza di Scajola presso Berlusconi per essere ricandidato: se eletto avrebbe di nuovo avuto la copertura parlamentare. Oggi però vogliamo abbondare: arrestato pure per corruzione Antonino Princiotta, segretario generale della provincia di Novara, già imputato con Penati, uno “capace di controllare manager e pubblici ufficiali” e di distribuire acconciamente incarichi e pilotare appalti. E la Torino-Lione? Come mai non salta fuori niente? Tutti onestissimi? Tranquilli, è solo questione di tempo e di magistrati. Ci aspettiamo di vedere sfilare in manette prima o poi politici piemontesi, faccendieri istituzionali, prefetti, poliziotti violenti, chissà forse anche giornalisti. Certamente un cambio di governo regionale favorirebbe tale scenario. Sta di fatto comunque che di questo passo non ci sarà bisogno di Grillo per mandarli tutti a casa. Ci penseranno poco a poco i magistrati non-torinesi a mandarli in galera. (F.S. 8.5.2014)
Foto: Claudio Scajola