Argentina. Dura repressione a Concordia per le proteste antifracking

Bloccano i camion che trasportano macchinari per i sondaggi. Vengono caricati e manganellati. Quattro fermati e un ferito.

di Massimo Bonato

Argentina. Concordia è un città della provincia di Entre Ríos, che condivide con la prospicente città uruguayana di Salto il Río Uruguay.

Mappa Concordia

Domenica 3 agosto l’Assemblea cittadina ambientalista ha deciso di fermare i quattro camion dell’azienda Don Pedro, provenienti da sud e diretti a Salto. I mezzi trasportano oltre 20 tonnellate di macchinari atti a iniziare lì studi esplorativi per l’installazione di pozzi che utilizzerebbero il fracking come tecnica estrattiva («Diario del Sur»).

represic3b3n-concordia-gendarmerc3ada-frackingGli ambientalisti denunciano i danni che subirebbe il bacino idrico Guaraní, la cui ricchezza acquifera è compartita dai quattro paesi che in questa ricca area agricola (Entre Ríos viene definita la Mesopotamia argentina) e turistica si affacciano: Argentina, Uruguay, Brasile e Paraguay. I quattro paesi avevano d’altronde firmato congiuntamente nel 2012 un trattato internazionale volto proprio alla preservazione del bacino, messo ora a rischio dall’inquinamento prodotto dal fracking.

Così decidono in assemblea per il blocco del transito. Si uniscono a loro gli attivisti di altre città come Chajarí, Colón, Concepción del Uruguay e bloccano in serata la statale 015. Per ore il blocco regge, lasciando fluire il solo transito veicolare privato, fino a che non interviene l’ Escuadrón 4 de Gendarmería di stanza proprio a Concordia.

Il giornalista Francisco Larocca
Il giornalista Francisco Larocca

La tensione non tarda a salire e dopo le cariche il blocco è costretto a sciogliersi, attorno alla mezzanotte, lasciando nelle mani della polizia quattro fermati: Facundo Scattone, Bernardo Zalisñak, Horacio Miguel De Carli e il giornalista Francisco Larocca, rimasto ferito da una manganellata alla testa. Fino alle 3 del mattino la protesta è proseguita sotto il comissariato richiedendo l’immediata scarcerazione degli attivisti («páginapolítica»).

Ora, organizzazioni ambientaliste, studentesche, sindacali e politiche delle provincie vicine si sono sollevate e unite all’indignazione per la criminalizzazione delle proteste e la loro repressione violenta, e hanno indetto una manifestazione a Concordia per domenica 10 agosto («Informedigital»).

M.B. 05.08.14