
di Dott.sa Loredana Borgogno – psicologa
Dottoressa Loredana in questo periodo sono stanca nervosa irritabile, non avevo certo programmato di trovarmi chiusa in casa, più faccio e meno ho voglia, perché? [Ginevra]
“[…] Placare la mente nonostante l’agitazione è una lezione difficile ma importante. Una persona può difficilmente trovare la pace se tale condizione dipende dal fatto di trovarsi o meno in condizioni tranquille: …concentrarvi su quello che potete fare, invece che su ciò che non siete in grado oggi di fare, può risultarvi molto utile […] Non ho un palazzo, non ho un cavallo, eppure vivo come un Re” (Maria Grad Powers)
Buongiorno Ginevra.
La ringrazio per la domanda, penso che oggi coinvolga tanti. Le parole di introduzione possono già averle suggerito una riflessione.
L’atteggiamento mentale, questo può fare la differenza. L’atteggiamento mentale determina il comportamento ed entrambi ci rappresentano, parlano di noi. Distinti se pur in interazione tra di loro.
Le cose possono cambiare sempre in ogni momento e ambito, i nostri programmi della vita, del giorno, del lavoro, possono sfumare in qualsiasi momento e per qualsiasi causa, non solo per un virus.
Siamo noi però che decidiamo se far si che il nostro atteggiamento mentale si lasci distrarre dagli intrusi.
L’atteggiamento mentale è interno, intimo; utilizza quanto deriva da una molteplicità di pensieri di credenze di valori di esperienze recenti o passate che nel tempo abbiamo raccolto.
La realtà mentale funziona come un computer nella ricerca sul web: trova un sito che la interessa, che cattura, ci mostra una pagina, e dietro questa, senza che ce ne rendiamo conto, elabora migliaia di informazioni, calcoli e algoritmi. Un processo importante e complesso che riconsegna l’atteggiamento mentale.
L’atteggiamento mentale può modificare, cambiare al mutare delle situazioni o, come spesso accade, può riproporre un pensare e di conseguenza un agire più volte utilizzato legato ad un sistema attributivo valoriale e/o affettivo-emotivo ben installato dentro di noi.
Esattamente come accade al processore di un pc, elabora più dati con uno stesso programma installato (intreccio di convinzioni e pensieri, che nel tempo si sono cristallizzati dentro di noi) che continuare a lavorare così. Se non aggiorniamo o addirittura installiamo un altro programma l’elaborazione del dato non cambia.
Può fermarsi un attimo Ginevra e chiedersi: “Cosa interessa alla mia mente in questi giorni, quali sono i miei pensieri?”.
Il comportamento è l’esterno di noi, è l’azione, l’agire. È la rappresentazione dell’atteggiamento. Se mentalmente si ha un atteggiamento negativo, rabbioso, deluso, orientato al pessimismo, il comportamento che si produce può essere di arresa, di staticità, di rimuginazione, di procrastinazione, di rinuncia, “tanto va così … lo farò poi … perché? …non ne posso più…”.
Nulla si fa perché nulla si immagina possa cambiare per nostra azione. Esperienze passate forse ci hanno insegnato e lasciato quale impronta nella nostra mente una “comoda” accettazione.
Può fermarsi un attimo Ginevra e chiedersi: “Come mi comporto oggi? Cosa sto facendo per…?”.
Se cediamo ai condizionamenti della situazione del momento sociale di oggi, le nostre ingenue credenze limitanti sperimentate in altro tempo, trovano terreno fertile. Come un virus che colpisce un computer, esse distorcono la nostra realtà, il nostro atteggiamento mentale non agisce ma reagisce solamente. Ecco insicurezze, mancanza di energie, assenza di entusiasmo, irritabilità. Si fa metaforicamente un passo indietro e torna a noi solo ciò che non siamo in grado oggi di fare.
In questo momento Ginevra ciò che prende il comando e che guida le azioni è l’atteggiamento mentale. E’ la disposizione mentale a rispondere in certi modi particolari alla diversa e improvvisa situazione che lei vive. Dall’atteggiamento mentale dipende l’efficacia di un agire- reagire, la resilienza, lo stare al mondo. Dall’atteggiamento mentale dipende il successo nel lavoro, nell’amore, nello sport, e soprattutto il proprio benessere.
Se siamo padroni del nostro atteggiamento mentale la qualità della nostra vita, chiusi in casa o all’aperto, può essere regolata, può apparire diversa, anche migliore anche inaspettatamente nei momenti di estrema difficoltà o disagio.
È necessario prendersi cura del proprio atteggiamento mentale perché questo può significare poter essere liberi anche quando non sembra così, essere meno vulnerabili alle cattiverie o ingiustizie, alle limitazioni o costrizioni, significa esseri autonomi, essere autentici, essere vincenti!
Se abbiamo chiuso una relazione possiamo scegliere di crogiolarsi nella convinzione di un fallimento, fare il bagno nella rabbia, o pensare che è successo che abbiamo fatto quanto potuto che ci sono stati momenti belli e che nulla è immutabile tutto può cambiare. Se abbiamo ammaccato l’auto possiamo scegliere di irritarci per l’intera giornata o pensare che abbiamo ancora tante cose da fare nel tempo rimanente della giornata. A fine giornata possiamo pensare a quanto non abbiamo fatto o a cosa di bello abbiamo già fatto. È l’atteggiamento mentale che fa la differenza e che attiva comportamenti costruttivi.
Non ci preoccupiamo di quanto è andato fuori programma, agiamo in funzione di ciò che possiamo fare nella condizione in ci si trova. Possiamo scegliere un atteggiamento mentale che ci rimette in pista o abbandonarci ad un atteggiamento mentale che ci schiacci e ci allontani da quanto di importante abbiamo comunque intorno a noi.
Ginevra, mi sento di dirle che si può vivere da protagonisti anche quando le condizioni sembrano non favorirci, è questione di allenamento “mentale”. Impariamo ad utilizzare atteggiamenti mentali positivi, propositivi perché sono questi a determinare i nostri comportamenti.
“Abbiamo addomesticato le bestie e imprigionato i fulmini … ma dobbiamo ancora addomesticare noi stessi” (H.G.Wells).
Dr.ssa Loredana Borgogno
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