
di Gabriella Tittonel
Venerdi mattina davanti all’Itis di Susa. Ragazzi che entrano per le lezioni, professori. E un gruppetto di ragazzi che fuori allargano uno striscione. Accanto a loro qualche adulto. Aria tranquilla. Se non fosse per una presenza alternativa alla quotidianità, quella delle Forze dell’Ordine ai cancelli, Carabinieri, Digos e in fondo al cortile, dietro l’angolo, furgoni e tute antisommossa., una presenza questa che indica che qualcosa potrebbe accadere. O almeno si suppone.
Oggi all’auditorium dell’Itis ValsusaOggi ha organizzato un incontro tra studenti delle superiori della Valle e di Giaveno ed amministratori, per parlare delle cose possibili che si potrebbero o dovrebbero realizzare in valle a favore dei giovani. I partecipanti dovrebbero essere ragazzi delle quarte e quinte, ma in realtà arrivano anche ragazzi delle terze, da Avigliana, da Giaveno. A fare gli onori di casa all’interno dell’Istituto il dirigente Antonio Gentile, mentre arrivano i rappresentanti delle istituzioni, Antonio Ferrentino e Alfredo Monaco, Mauro Carena ed Emanuela Sarti, Roberto Borgis e Daniela Ruffino. Gabriella Botta, Luigi Beltrame e Andrea Archinà.
La mattinata trascorre con all’esterno giovani del Comitato no tav e adulti del movimento, un poco di musica, i saluti a chi entra, sempre rigorosamente identificato dalle Forze dell’ordine. Stessa sorte toccata anche ad alcuni studenti. Mentre del personale quotidianamente investito della funzione di controllo entrata neppure l’ombra, liberato per un giorno dalle sue responsabilità. Questo mentre nel corso dell’intervallo alcuni studenti si affacciano dalle finestre dei piani alti e nell’auditorium si rende concreta una carta dei desideri, una sorta, mi si permetta, di ritardataria letterina a babbo natale. Si parla di tutela di ambiente, di creazione di un’orchestra di valle, di punti di ritrovo per le tante iniziative che non riescono mai ad usufruire di spazi comuni, di possibilità ( e questo in una valle che non esita a gettare fuori dalla finestra per un’opera inutile miliardi di euro ) di poter usufruire di una tessera sconto per i trasporti scolastici. Tutte cose ottime. Ma
che nella serena mattinata di sole non potevano non stridere con la domanda, elusa, dello striscione fuori dei cancelli in cui si chiedeva attenzione a non contrabbandare i desideri con i denari delle compensazioni. In una storia millenaria che vide moltissimo tempo fa scambiare ad un giovane la primogenitura con un piatto di ceci.
Nel salone si è parlato anche della creazione di un marchio unico per promuovere la Valle di Susa come territorio di eccellenza: ma come ottenere questo se si tollera quotidianamente che lo stesso territorio venga segnato sempre più dalle polveri dei cantieri? Forse il lavoro da intraprendere è di tutt’altra natura. Soprattutto se si vogliono turisti e possibilità di futuro nell’agricoltura. Ma probabilmente di questo non si deve parlare. Il segno di questa volontà di imporre il silenzio era tutta su quella linea di demarcazione fra la strada e la scuola. In quella presenza delle forze dell’ordine che non solo in valle sta diventando sempre più consistente. E della quale è parso non si rendessero neppure conto gli studenti entrati per presentare i loro sogni. Sogni presentati alle soglie di un venticinque aprile che chiede alle coscienze, ai cervelli di essere veramente liberati. Dai piccoli desideri personali, per poter guardare davvero avanti e saper rispondere alle vere domande che la vita attuale sta presentando.
G.T. 26.3.15