
di Davide Amerio
Sabato 13 settembre 2014 la ‘Resistenza’ incontra nuovamente i No Tav. Adelmo Cervi figlio di Aldo Cervi, terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati dai nazifascisti a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943, sarà in Val di Susa per conoscere il movimento No Tav e il popolo valsusino.
La famiglia Cervi è uno dei simboli della resistenza italiana ma non solo. Rappresenta lo spirito di quella tradizione contadina che si dedicò a modificare con idee innovative il lavoro della terra e dell’allevamento di bestiame:
L’evoluzione della famiglia Cervi è perfettamente congruente con un modello di sviluppo delle famiglie contadine di queste località [Reggio Emilia n.d.r.] che, nel periodo fra l’Ottocento e il Novecento (con l’accelerazione dei tempi avvenuta dopo la prima guerra mondiale), vede trasformarsi la struttura gerarchizzata e autoritaria (tipica della famiglia contadina degli anni precedenti) verso forme di organizzazioni di massa per la difesa del lavoro legate all’ideologia socialista e che si concretizzano in cooperative, case del popolo, mutue, leghe di resistenza, camere del lavoro, cioè in quegli strumenti organizzativi che saranno basilari nelle lotte per il rinnovo dei patti agrari.
Tutta questa autocoscienza di classe ormai distaccata dal concetto di famiglia patriarcale singola (anche se la singola famiglia mantiene la parte sana di questa tradizione) è strettamente correlata a una modernizzazione dei mezzi e dei metodi di produzione nell’agricoltura e alla forte adesione in tali zone agricole alla Resistenza, che si manifesta in forme generalizzate e non come caso isolato della famiglia Cervi. [Wikipedia]
La famiglia Cervi fu combattente nella Resistenza e rifugio per i perseguitati dai nazifascisti.
Adelmo conserva questo spirito combattivo di lotta per la libertà, la dignità umana e la giustizia sociale. Sabato sarà in Val di Susa per conoscere altri ‘combattenti’ per la propria terra, contro l’arroganza di poteri forti il cui obiettivo è la sopraffazione delle persone e la depredazione dei beni comuni.
Nell’occasione presenterà il suo libro “Io che conosco il tuo cuore”, scritto con Giovanni Zucca: la storia di un padre partigiano raccontata dal figlio. Ne seguirà un dibattito aperto per condividere opinioni e riflessioni sul presente, sul malessere sociale e politico che opprime le nostre vite. Un tuffo nel passato con le nuove generazioni per mantenere vivo il senso profondo delle battaglie per la libertà e l’uguaglianza guardando al futuro con rinnovato impegno.
Di seguito il calendario dell’incontro.