
di Leonardo Capella
Assemblea pubblica al Comune di Susa mercoledì 15, il tema è quello scottante della Sanità. “Parliamo di sanità” è il titolo proposto dall’amministrazione segusina per introdurre l’accordo siglato tra amministratori locali e assessorato alla sanità tramite la dirigenza ASL.
In una sala per la verità poco affollata da cittadini ma partecipata da rappresentanti di associazioni, operatori del settore sanitario e da un esponente del Consiglio Regionale, il sindaco Sandro Plano ha illustrato i contenuti dell’accordo firmato con l’ASL motivandone le scelte che ne stanno alla base. Plano, quasi a volersi giustificare, ha concluso l’intervento con queste parole: “A rischio di essere impopolare, ritengo in piena coscienza di aver fatto quello che dovevamo fare“.
Vivace è stato il dibattito che ne è seguito. Il numero maggiore di interventi è risultato di contrarietà con punte di aspra critica, anche se non sono mancati alcuni interventi di appoggio alla scelta strategica dei sindaci. Gli argomenti spaziano dalle motivazioni politiche, come quelle proposte da Francesco Richetto esponente della “Rete per la difesa della Sanità pubblica”, sino a quelle più strettamente tecniche illustrate dalla consigliera regionale Stefania Batzella (M5S).
Ad aprire gli interventi la dottoressa Roberta Vair, in forze al presidio ospedaliero di Susa, che attacca con parole taglienti: “pensiamo che l’aver siglato un accordo che baratta la chiusura del punto nascita con la salvaguardia o meglio il non declassamento del resto dell’Ospedale sia già una sconfitta”. L’intervento enumera le numerose criticità riguardanti il reparto ostetricia-ginecologia che arrivano sino a non garantire più il trattamento per la donna e il bambino. In sostanza, afferma Vair, l’ospedale si avvia di fatto a diventare “un guscio vuoto”.
Nazzareno Maiolo del “Comitato Donne che hanno partorito a Susa”, apostrofa in maniera colorita l’accordo come “sembra scritto da Paperino”, sottolineando come “questa riunione per la sanità sia arrivata con quasi un mese e mezzo di ritardo, a giochi fatti e a firme già messe in calce ad un documento”.
Intervento accorato e particolarmente critico quello della consigliera regionale Stefania Batzella (M5S) che da subito stigmatizzato la mancanza di coinvolgimento sin dalle prime battute degli operatori sanitari (interpellato solo a accordo siglato N.d.R.). Batzella ha anche sottolineato come sono pendenti due ricorsi al Tar, uno del Movimento 5 Stelle e l’altro dei Sindaci dell’alessandrino che, dice la Consigliera, “non hanno accettato nessun ricetto”. Aggiunge anche che “l’aspetto deludente è che tutti ci aspettavamo che i nostri Sindaci, i Sindaci della Val Susa, avrebbero portato avanti questo ricorso”. La Batzella ha anche illustrato come quelli che ora vengono presentati come conquiste ottenute con quest’accordo in realtà non siano altro che rispondenze alla normativa vigente.
A difesa dell’accordo è intervenuto anche il sindaco di Avigliana, Angelo Patrizio, che ci tiene a puntualizzare: “noi non abbiamo barattato il punto nascite con l’ospedale” e ancora “il punto nascite non è stato oggetto dell’accordo”, quindi “Il discorso del punto nascite resta aperto”.
Mentre Sandro Plano, sindaco di Susa e organizzatore dell’incontro, è intervenuto in più momenti a difendere la propria scelta. A preoccupare Plano in modo prioritario vi è l’intasamento del Pronto Soccorso infatti su questo problema è intervenuto più volte. Il Sindaco, nella sua ottica di vedere il problema a 360 gradi, ha sollevato un aspetto a suo avviso trascurato e relativo al personale medico arrivando ad affermare che “gran parte o buona parte dei problemi della sanità sono all’interno”.
Alzando il tiro Plano afferma che vi è “qualcuno che tiene le liste bloccate a Rivoli e non molla un paziente manco a morire” e ancora più pungente “Qualche illustre medico instilla nelle pazienti che devono partorire delle paure tremende per farle andare via”. Dopo queste affermazioni forti ha lasciato stupiti e amareggiati sentire dalla sua bocca
“Io non me la sento di dire a una donna vai a partorire a Susa”. Parole che evidenziano come le paure da lui poco prima citate abbiamo attecchito.
L.C. 17.04.1