Grande è la confusione in materia di antifascismo e intanto il Pd usa la Festa della Liberazione per attaccare i 5 Stelle. Corteo a Chiusa, indecente commemorazione a Pianezza.
Povero 25 Aprile! Ostaggio della Casta e dell’ignoranza, prigioniero di riti ingessati, retorici, di un patriottismo di facciata che falsa la storia e la avvolge in un manto indefinibile di messaggi generici, tutti istituzionali. Ostaggio di un Anpi ancora in buona misura dominato da vecchi tromboni, per lo più legati ad appartenenze oggi consunte e arrugginite ma ancora tenaci nel proclamarsi depositari dei valori e della tradizione resistenziale mentre il loro mondo crolla, la democrazia recede e il paese cambia. Ostaggio di partiti che l’hanno tradito da tempo per opportunismo sancendo le pari dignità per “i ragazzi di Salò”(per geniale iniziativa di Violante e Fassino nei primi Ottanta) e favorendo l’irrompere del revisionismo storico di storici d’accatto. Una manna dal cielo per fascisti matricolati che dopo pochi anni avrebbero trovato il loro nuovo padrone e con lui lo sdoganamento politico che li avrebbe fatti uscire dalle fogne dove erano stati ricacciati dagli antifascisti negli anni Settanta.
Capita così che lo stesso partito che si accinge senza pudore a governare con Berlusconi e il suo seguito di figuri (Santanchè, Gasparri & co.), che manda un rappresentante (Giorgetti) a omaggiare la salma del capo degli squadristi romani per qualche malinteso senso di rispetto, abbia usato il 25 Aprile per attaccare a tutto spiano il M5S. Per farlo hanno recuperato l’infelice frase della giovane portavoce alla Camera sulla presunta bontà del “fascismo delle origini”, una stupidata figlia dell’ignoranza di una generazione vittima della retorica resistenziale, dei distinguo, delle teorie della pari dignità dei combattenti e di una scuola che privilegia lo studio prolungato della preistoria a quello della storia più recente del paese. O hanno volutamente travisato il messaggio di Grillo sul “25 Aprile che è morto” per sollevare gran polverone, somma indignazione, e delegittimare l’unica opposizione che alla gente rimane.
Non che i 5 Stelle siano del tutto innocenti: c’è di tutto nel nuovo Movimento, anche ex fascistelli, poliziotti e carabinieri (vedi caso Mastrangeli) con cultura politica rasente lo zero (ci si chiede come abbiano potuto essere eletti) . E spesso si parla a vanvera ma la verità è che sono state recuperate migliaia di persone che con la politica non hanno mai avuto a che fare mentre tante sono arrivate da sinistra e tante pure da destra. Dare una cultura politica coerente a questa massa sarà sicuramente un lungo lavoro.
Chi non ha problemi di chiarezza è il popolo valsusino che il 24 sera, chiamato dagli Anpi di Valle, con i propri sindaci, senza discorsi, preti, alpini (e la Monterosa?), squilli di tromba, ha dato vita a una lunga fiaccolata da Chiusa San Michele a Vaie soffermandosi sui luoghi della Resistenza e raccontando gli episodi di battaglia e sacrificio presso ogni cippo di caduti partigiani. Certo nessuno può spiegare ai valsusini cosa significa Resistenza: loro la stanno facendo da anni contro la speculazione e contro la classe politica corrotta che ancora per un po’ ci governerà.
Qualcuno invece dovrà rispiegarla, per esempio, ai cittadini di Pianezza a cui l’Anpi locale, violando il proprio Statuto che lo vorrebbe apartitico, ha regalato una commemorazione allineata alle direttive nazionali del Pd, tutta imperniata sull’attacco ai 5 Stelle e condita del peggiore revisionismo quando nell’introduzione si è definita la Resistenza “vile e indegna lotta fratricida”. Il M5S di Pianezza non era presente in piazza ma non ha nemmeno ritenuto di denunciare pubblicamente la gestione della manifestazione “perché la materia non è chiara nel dibattito interno”. Povero 25 Aprile! (F.S. 26.4.2013)
Riceviamo e volentieri pubblichiamo integralmente come richiesto l’intervento di Romano Vignolini, Presidente dell’Anpi di Pianezza.
Si noti l’attacco esplicito al M5S, perfettamente sincronizzato in tutte le piazze d’Italia. E’ difficile pensare che non ci si sia adagiati a richieste di un partito o all’andazzo condiviso da tutti i media. Prego notare anche il riferimento, più velato al “qualsiasi pinco pallino” (chi sarà?). C’è poi, volendo essere pignoli, l’auspicio omaggioso a un Presidente che si è prestato ad una forzatura istituzionale senza precedenti per salvare il proprio partito di riferimento e impedire il cambiamento.
Importante: l’affermazione citata sulla “vile e indegna lotta fratricida” era nel discorso introduttivo che ha preceduto questo di Vignolini. Ultimo appunto: le istituzioni pianezzesi sono baciapile per tradizione ma questa volta, per una festa come il 25 Aprile, l’impressione è che si sia passato il segno: messa il 24 Aprile, messa e benedizione al cimitero il 25 mattina, preghiera in piazza un’ora dopo in apertura della cerimonia “laica”. (F.S.)
Benvenuti alla manifestazione del 25 Aprile.
A nome dell’ANPI sez. “Albino Genova” porgo un saluto alle autorità civili, militari e religiose, ai famigliari dei caduti, ai partigiani presenti, e un abbraccio fraterno al Presidente Onorario Armando Aires e ai partigiani che per motivi di salute non possono essere qui con noi. Un saluto va a tutte le associazioni, agli insegnanti e ragazzi della scuola media statale e a tutti i partecipanti a questa manifestazione.
Quest’anno ricorre il settantesimo anniversario dell’inizio della resistenza, l’otto settembre 1943, data in cui vide il nostro Paese iniziare un nuovo percorso con la liberazione del sud dell’Italia da parte degli Alleati. Molti uomini e donne, di diversa estrazione politica e sociale, si unirono sacrificando il loro futuro e la loro vita per un orizzonte di pace e di democrazia e con l’apertura di un’epoca nuova nella nostra storia. Anche se sono passati tanti anni, bisogna tenere alti gli ideali di pace e di libertà che la resistenza ci ha consegnato, e non consentire mai che il nostro patrimonio storico di libertà e di democrazia attuale che noi godiamo, conquistato con il sangue di molti Italiani, venga cancellato e offuscato da un qualsiasi pinco pallino, pur eletto con i nostri voti, oggi, domani e sempre. La storia non si cancella. Come già successo in passato, anche di recente una neo eletta nel nostro parlamento ha esordito alla camera sostenendo l’esistenza di un “fascismo buono”. C’è da rilevare come certi pregiudizi siano duri a morire, anche quando sono in conflitto con la realtà storica. Sarei curioso di sapere quando, secondo l’onorevole su citata, sarebbe incominciata la degenerazione del fascismo, se prima o dopo gli incendi alle case del popolo, se prima o dopo le purghe, le botte, le uccisioni per chi veniva considerato antifascista. Ricordiamo il delitto Matteotti, Piero Gobetti, picchiato più volte, costretto a fuggire in Francia, morirà per le percosse subite, ricordiamo le uccisioni di 11 antifascisti da parte delle camice nere il 18 Dicembre del 1922 a Porta Susa. E la lista purtroppo continua. Onorevole Lombardi, si legga attentamente la storia insieme a qualcun altro, perché se quella del “fascismo buono” può essere considerata una tesi proponibile, c’è da chiedersi su quali fondamenta si basi la cultura di certi esponenti politici. Oggi dobbiamo essere fieri di chi si è opposto a quella dittatura, che aveva saputo diffondere l’illusione del grande Impero, mandando giovani in guerre di conquista su vari fronti, e proprio su quei fronti il sogno dell’Impero si è infranto con la perdita di molte vite umane. Dobbiamo essere fieri di chi ha saputo all’8 settembre scegliere di stare dalla parte giusta, combattendo contro la Repubblica di Salò, mettendo le basi per un’Italia in pace con istituzioni libere e democratiche.
Questo 25 Aprile cade in un momento di gravissima crisi per il Paese, vi è una pesante instabilità economica, un livello occupazionale mai così basso, una situazione che costringe molte famiglie alla disperazione, una situazione di disuguaglianza sociale insopportabile, uno scenario politico seguito da una devastante confusione e da una diffusa rabbia sociale, che spesso si traduce in atti e linguaggi di preoccupante violenza. Per il bene dell’Italia, ci auspichiamo che il severo monito alle forze politiche del rieletto Presidente Napolitano, venga accolto al più presto per ricostruire quel rapporto di fiducia indispensabile tra cittadini e istituzioni. Oggi, è la festa della Liberazione dal Nazifascismo, ci auguriamo sia la festa di tutti, in un’infinita piazza tricolore, per i valori di democrazia, e che rimetta in moto in tutti noi la speranza per un percorso di giusta e rinnovata energia, che ridisegni il volto del Paese nel solco delle sue radici autentiche, quel solco tracciato con la lotta di Liberazione che vide rinascere l’Italia di allora, e che con le capacità di oggi si giunga al più presto ad una soluzione di stabilità politica, economica e sociale per il bene di tutto il paese. Infine ci auguriamo che i sacrifici e i sogni dei Partigiani per un’Italia migliore possano finalmente avverarsi. A loro, che sono stati gli artefici delle più belle pagine della storia del nostro Paese, va il nostro perenne riconoscimento.