Lucca chiama Viareggio

Sulla incredibile vicenda di Viareggio la giustizia emette il suo verdetto. Un'analisi di Claudio Giorno.

Uno sfascio che –  qualunque sia  la sentenza sulle responsabilità e i responsabili della strage di Viareggio – dovrà fare i conti con un vulnus irrimediabile: la “ratifica giudiziaria” del  licenziamento per rappresaglia di Riccardo Antonini licenziato per avere testimoniato la verità sulle carenze della sicurezza delle linee, degli impianti e dei rotabili. Una testimonianza resa sotto giuramento e in un tribunale della repubblica

di Claudio Giorno

“Luccaindiretta” è uno degli innumerevoli quotidiani ondine che devono alla rete la ragione e la possibilità di esistere. E per onorare quel che recita la testata un suo redattore si è recato di prima mattina al Polo fieristico della bella cittadina cinta di mura, verdi e ciclabili, dove persino sulle torri medioevali può trovar dimora un albero.

“Strage di Viareggio, è il giorno della sentenza. E’ già iniziata al l’attesa per quella che dovrebbe essere l’ultima udienza del processo per la strage di Viareggio del 29 giugno del 2009 che costò la vita a 32 persone”. Inizia così la “diretta” del giorno più lungo di una piccola città il cui piccolo tribunale dovrà spiegare ai cittadini di una città sorella – e agli italianitutti – come è stato possibile che una tiepida serata di giugno si sia trasformata in un inferno a causa dello “svio” (come dicono i manuali del collegio degli ingegneri ferroviari) di un carro cisterna proprio sul fascio-binari della stazione. Un carro carico di GPL,  il Gas di Petrolio Liquefatto che consente di dare una impronta un po’ più ecologica al muoversi in auto di chi di noi ha scelto come combustibile quello che un tempo veniva bruciato inutilmente nelle torri delle raffinerie…

Una vampata che ha innescato un incendio spaventosodurato tutta la notte in cui hanno perso la vita 32 persone colpevoli solo di abitare nelle case lungo la ferrovia.   

“Per assistere alla 145esima udienza, la prima si tenne nel novembre 2013, è già arrivato anche il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro” continua la corrispondenza. E da un altro giornale locale on line si scopre che l’attuale primocittadino è “un lucchese, territorio in forte competizione campanilistica con quello della Versilia!” Sarà lui – eletto contro il candidato ufficiale del PD viareggino (un po’ come fu per Renzi a Firenze il che, come sperimentato, non offre di per se nessuna garanzia) a “gestire politicamente” la sentenza, qualunque essa sia: perché non so ovviamente dire se potrà essere considerata giusta o infame,  ma so che sarà comunque “inadeguata”: perché, che sia di Lucca o di Viareggio il campanile sotto verrà pronunciata, è evidente a tutti che arrivando a sette anni e sette mesi dalla strage non potrà più in nessun modo garantire che lo spettro della prescrizione falci altre vittime; da subito o nei gradi di giudizio successivi: innanzi tutto i morti, le loro famiglie fiere ma devastate non solo dal dramma ma dall’attesa! Gli eroici artefici dell’associazione “Il mondo che vorrei” di Marco Piacentini che ha portato in tutto il paese (e anche oltre grazie ai documentari di produzione indipendente finanziati dall’ associazione e dai cittadini nella latitanza istituzionale); fatto anche simbolico visto come il maestro del cinema Mario Monicelli – viareggino – aveva definito la strage con poche parole ma pesanti come macigni… (nel firmare, a una anno dal rogo, la petizione per l’allontanamento da Fs dell’allora Amministrore Delegato Mauromoretti):«Il Paese è allo sfascio, alla deriva e la strage di Viareggio esprime bene il declino dell’Italia. Quei trentadue morti sono lì a indicarci l’incuria, l’arroganza di chi governa. Siamo governati da una classe dirigente inetta, priva di un’adeguata cultura di governo, intenta solo ai propri tornaconti».

Uno sfascio che –  qualunque sia  la sentenza sulle responsabilità e i responsabili della strage – dovrà fare i conti con un vulnus irrimediabile: la “ratifica giudiziaria” del  licenziamento per rappresaglia di Riccardo Antonini (di cui nel mio piccolo ho scritto più volte): licenziato per avere testimoniato la verità sulle carenze della sicurezza delle linee, degli impianti e dei rotabili! Una testimonianza resa sotto giuramento e in un tribunale della repubblica!

“Viareggio 29-6-2009 niente sarà più come prima è lo striscione con le foto di tutte le vittime che ha aperto il corteo silenzioso dei familiari. Con loro anche una rappresentanza dei macchinisti delle Ferrovie, una bandiera del gruppo delle Tartarughe lente, alcuni rappresentanti dei No Tav. Chiudevano il corteo alcuni gonfaloni degli enti pubblici tra cui quello della Regione Toscana” : termina  così la corrispondenza da  cui ho iniziato la mia riflessione che ho scelto di scrivere prima del pronunciamento dei giudici. Un pronunciamento successivo a quelli chiaramente subalterni ai poteri forti appena citati, assai tardivo (quasi a “cercare” la prescrizione per “togliersi d’impiccio”), ma che è legittimo almeno sperare che non si limiti a dare in pasto alla opinione pubblica distratta il tradizionale capro espiatorio su cui scatenare i conduttori dei talk-show della TV di Vespa, Bignardi & Campodellorto…

C.G. 31.1.17