
La protesta contro il Tav e lo spreco delle risorse invade l’Italia ma a Chiomonte la marcia è sotto tono.
Chiomonte, 22 Febbraio 2014. E’ un movimento No Tav fiaccato nelle forze ma non domo e persino politicamente vincente quello che si è presentato a Chiomonte, in 40 città italiane e addirittura straniere. L’attacco giudiziario sul terrorismo e le provocazioni infinite orchestrate dai giornali torinesi hanno avuto effetti contradditori: tenere a casa i più timorosi, come ci si aspettava, ma d’altra parte scatenare l’indignazione di tutti i movimenti di resistenza sul suolo nazionale e chiamare in piazza decine di migliaia di persone accanto e in solidarietà ai valsusini, nel nome degli arrestati. Del resto, gli amici si vedono nel momento del bisogno. L’effetto politico quindi è notevole, sembra ieri che Virano diceva “Sono quattro gatti“, adesso i No Tav sono dappertutto in Italia e la pressione sui decisori è più forte.
Chiomonte per una volta è stata il punto debole della giornata di lotta, non tanto per i numeri perchè lo zoccolo duro dei due-tremila non manca mai, quanto per la debolezza della tensione, per una certa sensazione di impotenza, per non poter adottare le soluzioni di lotta e contrasto che hanno fatto la forza del movimento. Certo non aiutava sapere che era tutto concordato, un po’ come il taglio delle reti del 23 Ottobre 2011, e anche quello era un messaggio che non incoraggiava. Forse molta attenzione è rivolta alle scadenze elettorali per Regione e Comuni di Valle, scadenze fondamentali ma che non dovrebbero indurre a pensare di trascurare la mobilitazione popolare.
Quella ventina che ha preso i sentieri delle vigne ha seguito un istinto di lotta condiviso ma era tardi e la gente che risaliva la strada per Chiomonte non poteva fare altro che fermarsi a guardare le bandiere sull’altro versante scendere verso il bed&breakfast e fronteggiare il cordone di agenti immediatamente accorso dalla centrale. Non restava che una battitura da lontano per far sapere che i cuori erano con quei venti, come per incitarli a fare chissà cosa che non si poteva fare. Bisognerà che i Comitati riflettano bene e in fretta sulle forme di lotta da adottare per affrontare i tentativi di aprire cantieri tra Susa e Bussoleno ma anche sul rapporto con le Forze dell’Ordine che bisognerebbe lasciare il più possibile all’oscuro delle intenzioni della piazza se non altro per costringerle a sforzi di mobilitazione disturbanti.
Oggi la Questura ha dispiegato il grosso delle truppe a Torino dove invece un corteo ben corposo e carico ha invaso la città. Per una volta, Torino ha guidato la protesta. E’ un buon segno per il futuro.
Video della giornata qui.