Utero in affitto, odiosa la pratica, odiosi politici che ne parlano

Se la pratica dell'utero in affitto è odiosa, lo sono ancor di più i politici che sgomitano per dar lezione morali sulla pelle degli altri senza affrontare l'origine dei problemi.

di Davide Amerio.

L’utero in affitto non è una pratica che mi entusiasma e mi lascia molte perplessità. Contrariamente ai vari Savonarola che si aggirano sul web e in televisione, ritengo la questione un po’ più complessa di come viene trattata. Un genio politico ha dichiarato che la maternità surrogata o utero in affitto dovrebbe essere proibita a livello planetario. Bene, bravo. Anzi no.
A livello planetario ci sono paesi poveri, o con tasso di povertà molto alto (vedi India e zone analoghe) in cui la pratica non è vietata. Prima di alzare il ditino e far la lezione a queste donne sarebbe più serio domandarsi come noi (occidentali) stiamo operando contro la povertà globale. Quando andiamo al mercato per comprare un capo di abbigliamento o in un negozio di prestigio per avere un abito firmato, acquistiamo beni che sono prodotti in quei paesi. Prodotti che qui venduti a 10, 15, 30 euro, o molto di più se firmati, sono costati all’origine qualche euro perché il lavoro di chi lo ha manufatto è pagato in centesimi e le giornate lavorative non sono certo di 8 ore.
Luoghi nei quali i bambini vengono sfruttati e non conoscono infanzia. Che dire delle impietose e dannose condizioni sanitarie e ambientali in cui questa gente è costretta a lavorare? Per una donna che vive, e la sua famiglia, in quelle condizioni, ricevere un 10.000 euro, per esempio, per portare in grembo il figlio di un altro significa dare una svolta alla propria vita e affrancarsi dalla povertà.
Prima di scandalizzarsi per lo sfruttamento della “donna”, o per chi ricorre a questa pratica, occorre farlo per la povertà che alimentiamo tutti noi quotidianamente facendo acquisti prodotti dalla globalizzazione. Predicare da qui con il culo al caldo è facile. Interrogarsi sui processi di sfruttamento e sul mantenimento della povertà a livello mondiale (che genera anche il fenomeno tanto esecrato dell’immigrazione sui quali ugualmente si spreca tanta retorica) sarebbe molto più serio e credibile.
Proibire una pratica, per quanto odiosa, in questo contesto, è come prosciugare il mare con un cucchiaino. Ma” fa figo e impegna poco”, andare in televisione a far la morale agli altri e proporre soluzioni altisonanti che non verranno mai prese in considerazione. Certi parlamentari tanto veementi contro l’utero in affitto, si dimezzino lo stipendio, si tolgano il vitalizio e i finanziamenti al partito, e facciano in modo che questi soldi vadano in opere di abbattimento della povertà in quei paesi, affinché ciascun essere umano possa compiere le scelte della propria esistenza liberamente e non sotto la pressione della necessità.
Altrimenti facciano la cortesia di tacere!
(D.A. 02.03.12)