
di Daniela Giuffrida.
E’ andato “in decisione”, l’appello intentato dal Ministero della Difesa contro le Associazioni ambientaliste e i Comitati No Muos che da anni combattono l’installazione dell’impianto satellitare di Niscemi. Il “caso-Muos”, il mostro a tre teste che con la sua presenza ingombrante pesa sul capo dei niscemesi come una spada di Damocle, sembra arrivato in dirittura d’arrivo.
Ieri, come previsto, si è svolta presso il CGA per la Regione Siciliana, l’udienza di merito di quella che, fin dall’inizio, ha mostrato di essere una messa in scena – tra la pantomima ed il peggiore “teatro dell’assurdo”- in cui lo sceneggiatore è una potenza straniera che, da dietro le quinte, dirige e manovra i protagonisti. Questi, si muovono e si agitano senza una logica apparente, mistificano fatti reali privandoli della loro oggettiva gravità, impegnano oltre ogni limite antagonisti seri e preparati che cercano di dimostrare loro l’ovvietà di realtà oggettive e finiscono col condizionare gli inermi spettatori, ai quali non resta che interrompere lo spettacolo, uscendo dal teatro. Non a caso, il presidente Rosario Crocetta ebbe a dire alla portavoce delle “Mamme No Muos Sicilia”, Concetta Gualato, la quale lamentava il rischio a cui lo stesso presidente stava sottoponendo l’intera popolazione con i suoi strani giochetti politici (revoche, contro-revoche, ti prometto, tanto poi non mantengo!) “cara signora, se lei ha paura, si faccia la valigia e se ne vada!”.
Ieri mattina, questa stramba vicenda ha avuto quello che sembrerebbe il suo degno epilogo nell’ intervento finale dell’ Avvocato dello Stato, quell’ avv. Marcello Pollara che ha rappresentato, in tutti gradi del Giudizio amministrativo, il Ministero della Difesa. Questi, dopo aver ascoltato le dichiarazioni del team dei legali dei No Muos, ha dato una sua colorita interpretazione degli ultimi fatti avvenuti a Niscemi.
Fra le altre incredibili osservazioni, secondo l’avvocato, la Prefettura di Caltanissetta, lo scorso 12 gennaio non avrebbe consentito l’accensione delle parabole nemmeno alla minima potenza, non perchè alcuno degli enti preposti avesse deciso di NON assumersi responsabilità in merito alla sicurezza della popolazione, ma per salvaguardare, da possibili aggressioni degli attivisti, i membri del Collegio di Verificazione.
Quindi ha chiuso il suo intervento, affermando: “Un ultima battuta: l’avvocato del Comune di Ragusa, giustamente dice ‘ah ma si, in effetti dobbiamo pensare al territorio, perchè se a Milano il Muos è visto in una maniera, qua è visto in maniera diversa..”. Però – riprende serissimo – per quanto si vogliano dilatare gli effetti del MUOS… Ragusa è a 87 km…!” Questa l’infelice battuta finale che l’Avvocato dello Stato ha scelto per chiudere il suo intervento.
Inutile dire quali sia stato l’effetto di queste e di altre sue affermazioni sul pubblico presente, composto da rappresentanti di tutti i Movimenti No MUOS. Gli attivisti presenti, comprese le “Mamme No Muos” provenienti da Niscemi e da Caltagirone, sbalorditi per quanto ascoltato, si son detti oltremodo offesi ed hanno cercato di ricordare quando mai ci sia stato, in 4 anni di attivismo e di manifestazioni, un solo esempio di aggressività da parte degli attivisti stessi, i quali anche durante i blocchi stradali nei pressi della Stazione americana hanno sempre opposto resistenza pacifica e sono, invece, sempre stati oggetto di azioni di forza decise e intransigenti, da parte delle forze dell’ordine.
Altra logica reazione alle affermazioni dell’avv. Pollara sulla stato di salute della città di Ragusa: tutti i presenti si sono chiesti se non sia il caso di far “migrare” i 300 MILA ABITANTI dei centri posti fra Niscemi e Ragusa, nello stesso capoluogo ibleo, visto che secondo l’Avvocato dello Stato risulta essere “al sicuro” dalle radiazioni elettromagnetiche del Muos.
Nota
Tanti gli argomenti trattati dai legali delle associazioni ambientaliste e dei No Muos, durante l’udienza di merito di ieri: argomenti già valutati dai giudici del TAR Sicilia, sono stati rivisti e valutati in maniera talvolta diametralmente opposta alla precedente, dai giudici di secondo grado del CGA.
Tutti gli argomenti vertevano su valutazioni di merito, riguardo alla Verificazione “non effettuata” secondo quanto stabilito dalla sentenza non definitiva dello scorso 3 settembre 2015, dagli stessi giudici presenti ieri in aula e dalle conclusioni inaccettabili cui i Verificatori erano giunti, basandosi su dati tecnici forniti dall’Ambasciata USA, da inattendibili misurazioni effettuate dall’Arpa Sicilia nel 2013 e tutto su modello previsionale stilato dal Consulente Tecnico di parte dello stesso Ministero della Difesa.
Ma andiamo per ordine.
Lo scorso 11 febbraio l’Avvocatura dello Stato depositava presso il CGA una serie di “Note brevi”, articolantesi in 7 punti, a cui era stata allegata altra “nota” del Consulente Tecnico, ing. Agostino Monorchio, prof. affiliato presso l’Università di Pisa. Entrambi facevano riferimento alla Relazione Finale di Verificazione depositata dal Collegio di Verificazione impianto MUOS, il 28 Gennaio 2016.
I testi in questione – secondo i Consulenti Tecnici di parte opposta al Ministero della Difesa – erano caratterizzati, da un lato, dalla volontà di ridurre la verificazione a una mera questione di rispetto dei limiti tabellari e, dall’altro, dal tentativo di screditare i CT di parte avversa, anche ricorrendo ad argomentazioni false e infamanti.” A queste note gli scienziati avevano dato una prima risposta, qui.
Le argomentazioni dell’avv. e del CT del MdD, supportate dai commenti del CT dell’MdD, si riferivano ad argomenti già trattati nella relazione di Verificazione ma ne fraintendevano e ne forzavano i contenuti. Non si trattava, dunque, soltanto di una provocazione sterile ed offensiva che metteva in dubbio le qualità professionali e la “produzione scientifica” degli scienziati: attraverso il proprio avvocato e il proprio CT, il Ministero della Difesa rivolgeva pesanti accuse, riportando dati irreali e “fantasiosi” ed infine, aveva costretto il collegio di Tecnici, a rispondere in maniera adeguata – attraverso una nota che riporteremo integralmente di seguito – corposa e “importante” che vaglia e spiega pazientemente e, per l’ennesima volta, le ragioni del perché del NO al MUOS.
Purtroppo questa nota, proprio perché nata come atto dovuto alle “brevi note” del MdD, è stata consegnata agli avvocati dopo il 15 Febbraio, termine ultimo per la presentazione di note e memorie, fissato dal CGA e, quindi, non è stata depositata ufficialmente ma ha fatto comunque da ulteriore spunto alle osservazioni mosse ieri alla Corte, dal collegio dei legali di controparte.
La nostra Redazione ne è venuta in possesso e proprio perché ritiene contenga dati reali, oggettivi e inconfutabili, ha deciso di renderne noti alcuni stralci e la versione integrale, in formato pdf, della restante parte tecnica
La nota degli scienziati di controparte, fin dall’inizio, dà un idea della “linea di condotta” che terrà durante la trattazione dei 7 punti sviluppati dagli “agenti” del MdD e se da un lato condivide la considerazione dell’ing. Monorchio per cui: “L’assenza di rischio, strettamente legata agli effetti dei campi elettromagnetici sull’uomo, è un ‘attività riservata a competenze differenti”. Fa notare come le valutazioni sugli effetti sulla salute umana e l’ambiente delle emissioni elettromagnetiche richiedano un approccio interdisciplinare, e non possano essere certamente affidate agli ingegneri elettronici in esclusiva, ma richiedono differenti specializzazioni (medicina, biologia, radioprotezione, analisi del rischio, etc.). “Sotto questo profilo – affermano gli scienziati – la composizione del Collegio di verificazione è apparsa da subito inadeguata, visto che quattro membri su cinque hanno la medesima specializzazione del CT dell’MdD (ingegneri elettronici), mentre un solo medico fa parte del Collegio”
Del resto, questo gravissimo limite era evidente sin dalle prime operazioni di verifica.
Al contrario di quanto espresso dall’Avvocatura dello Stato e dal suo CT, il gruppo dei CT di controparte al MdD, non solo esprime competenze molto più varie e adeguate al problema in esame anche rispetto al Collegio di Verificazione stesso, ma si avvale anche di competenze naturalistche, epidemiologiche e varie specializzazioni della medicina e dell’ingegneria, che ormai da diversi anni si occupano delle problematiche legate alla realizzazione dell’impianto MUOS di Niscemi. I componenti di questo gruppo hanno prodotto sia relazioni tecniche utilizzate nel giudizio sul MUOS, sia articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali (soggetti a “valutazione tra pari – peer review”, cosi come richiesto dal CT del MdD nel suo Commento) anche molto recenti.
“Insomma – sostengono i CT di parte avversa al MdD – il grossolano tentativo dell’avvocato dello Stato e del suo CT di gettare discredito sui CT di parte avversa, ricorrendo persino ad argomentazioni scorrette e addirittura in certi casi false, appare particolarmente grave. L’esigenza di coprire le carenze della verificazione, dovute sia alla inadeguata composizione del Collegio, sia all’insufficienza del tempo e delle risorse messe a disposizione, sia delle forzature operate (anche sotto pressioni dello stesso avvocato dello Stato e del CT del MdD), non può comunque giustificare il fatto che si ricorra a queste gravi scorrettezze.”
Riassumendo: i CT delle parti avverse al MdD sostengono che “al contrario di quanto sostenuto falsamente dall’avvocato dello Stato e dal suo CT, esprimono complessivamente una vasta e profonda esperienza e competenza in merito alle problematiche in esame, attestata, tra l’altro, anche attraverso pubblicazioni recenti e recentissime di lavori scientifici, alcuni dei quali strettamente attinenti alla problematica del MUOS. Tutte le considerazioni e le analisi da loro espresse appaiono pertinenti e adeguate alla problematica in esame, anche nell’unico caso esplicitamente citato dall’avvocato dello stato e dal suo CT, col palese intento di volgerlo in ridicolo con espressioni suggestive, false e scorrette.
Questo rozzo tentativo di inquinare il processo screditando i CT delle parti avverse al MdD, anche facendo ricorso ad affermazioni false e a insinuazioni suggestive, non fa che rendere più evidente la mancanza di vere argomentazioni da opporre alle loro controdeduzioni.”
ULTIMA ORA
Il CGA ha disposto stamane che “il collegio di verificazione completi la verificazione già disposta compiendo le previste misurazioni in sito ad impianto funzionante; al collegio sono inoltre richiesti gli ulteriori elementi di valutazione indicati in motivazione.
La relazione integrativa di verificazione, redatta con le modalità di cui in motivazione, dovrà essere trasmessa a questo Consiglio entro il 24 marzo 2016.
Si rinvia per la prosecuzione del giudizio all’udienza del 14 aprile 2016 concedendo termine per note alle parti sino al 4 aprile 2016.”

(D.G. 26.02.16)