Voghera, sveglia ore 4:45!
Appena sveglia, comincio subito a preparare la mia borsa dei vestiti più la borsa delle cibarie; faccio la doccia, prendo la macchina fotografica, l’astuccio con le penne e le matite, i diari di viaggio e VIA! alla volta di Torino e poi di Avigliana.
La strada scorre liscia con in più qualche camion che mi supera in scioltezza e poche macchine frettolose che nemmeno i considerano.
Parto da Voghera con un cielo incerto intorno alle 6:15 e arrivo al casello di Torino con un muro grigio di pioggia davanti a me.
Ad Avigliana la pioggia cade forte e alle 9:20, arrivata a casa di Renata e Cosimo, decidiamo di non andare alla colazione NoTav ai cancelli di Chiomonte per via del maltempo, rimandiamo a domani quando andremo in Valle e parteciperemo alla festa dei falò insieme ad altri compagni e compagne NoTav.
Quindi che faremo oggi??! Renata propone, in caso il tempo dovesse cambiare, di fare tutti e tre i turisti dopo pranzo e visitare il centro storico medievale di Avigliana, un’idea che accolgo con vivo entusiasmo dal momento che non ci sono mai stata 🙂
Ore 14: dopo mangiato colgo l’occasione di disegnare il bel panorama che si vede dai terrazzini in casa di Renata e Cosimo.
In questa illustrazione ho voluto immortalare la splendida e foltissima pianta di peperoncini.
Monte Musiné, Avigliana, 13 Agosto 2014.
La Sacra di San Michele e il Castello di Avigliana , sullo sfondo la punta del Rocciamelone.
Avigliana, borgo antico, ore 16:30.
Io, Renata e Cosimo cominciamo a camminare in salita per le viuzze del borgo di Avigliana, un centro dalle case opportunamente restaurate e migliorate senza nulla sottrarre all’antico fascino medievale.
Mi godo questa gita inaspettata (e per nulla calcolata), dispiaciuta solo che non ci sia la mia dolce metà a fumetti a riprendere con me gli scorci caratteristici 🙂
Questo pomeriggio il tempo si è rimesso al meglio e il cielo terso fa ben sperare per la giornata di domani. Ora lasciamo questa parte del borgo per dirigerci verso il Castello.
14 Agosto 2014, notte dei fuochi presso il campeggio di Chiomonte.
Io, Renata e Cosimo arriviamo al campeggio intorno alle 16:30 e troviamo a darci il benvenuto un compagno arrivato forse mezz’ora prima di noi.
La giornata è bellissima e il cielo è di un intenso azzurro, limpido e pulito.
Dopo qualche chiacchiera decidiamo di metterci all’opera cominciando a cercare legna nei boschi. Ognuno di noi si ingegna come può e raccoglie la legna come può.
Per me questa è la prima esperienza e, non essendo pratica di boschi, mi ritrovo sprovvista degli attrezzi più basilari come un seghetto, un falcetto o una semplice corda per trascinare la legna pesante invece di sollevarla. Insomma, l’esperienza di questa giornata tornerà utile per il prossimo anno!
Mentre lavoriamo (il disegno è stato abbozzato velocemente e rifinito in un secondo momento) si uniscono a noi altri compagni e altre compagne per la raccolta della legna, e la pira pian piano prende forma.
Un mio personale grazie va a quelle persone che hanno pensato di portare i pallet di legno vecchi da bruciare, sono risultati utilissimi!
Ore 18:30: il mucchio di legna comincia a prendere forma mentre i compagni e le compagne continuano a portare nuovi rami e legna per il fuoco.
Alcune/i rimangono a guardare altri/e lavorano di buona lena, e mentre accatasto mi accorgo di pensare che una volta acceso, questo falò farà di sicuro una buona figura!
Dal loro punto di osservazione, gli agenti guardano cosa stiamo combinando.
Verso le 19:30 si uniscono al campeggio altre/i NoTav e in un attimo imbandiscono una tavolata di cibo per cenare insieme, all’aria aperta.
Il pane e il formaggio che ho potuto assaggiare sono entrambi notevoli e saporiti!
Dal presidio di Venaus un compagno ha portato le patate, apposta da cuocere sulle braci. Le patate così cotte impiegano un po’ di tempo per raggiungere la giusta morbidezza chiuse nella loro carta stagnola, ma una volta cotte sono buonissime!
Verso le 19:30/20 la catasta di legna è pronta e si comincia ad accenderla dopo le 21. Un momento per me davvero speciale… non avevo mai assistito a nulla di simile, ma mi ha dato l’occasione di capire perché il fuoco sia così importante per le comunità. Sprigiona una forza magica, una potenza e un calore capace di unire le persone… meglio di così non so spiegarlo, ma quando la catasta prendeva fuoco velocemente io avevo la pelle d’oca e leggevo un’euforia collettiva negli occhi delle NoTav e dei NoTav presenti.
Una volta acceso il fuoco, alcuni e alcune di noi salgono verso il guard rail davanti al cancello e cominciano a far rumore. Questo metodo lo chiamiamo la “battitura” dei cancelli, un modo cioè pacifico di attirare l’attenzione e ricordare che non tutte e non tutti accettano un’opera inutile e la militarizzazione della Valle.
Oltre il cancello degli agenti ci osservano e ci filmano.
Sono vicino ai cancelli a disegnare, alzo lo sguardo e vedo un agente delle forze dell’ordine che ci riprende con un apparecchio in mano, sul viso leggo stampato un sorriso sicuro.
Inizialmente, essere ripresa con una videocamera mi metteva in forte disagio, ora credo mi lasci per lo più indifferente, forse perché sono più sicura delle miei idee e del mondo in cui mi piacerebbe vivere.
Il piede ingessato disegnato è di Romano, mentre lo disegno la sua bocca si attiva modi radiolina e ci spiega (siamo in 4 attorno a lui) come chiamare Maria DeFilippi per avere in Valle una puntata di Amici… un’immagine che mi fa ridere per quanto suoni grottesca in un’occasione come questa.
Qualche minuto più tardi siamo tutti col naso in su a guardare la poesia delle lanterne cinesi che volano nella notte stellata.